mercoledì 30 novembre 2011

Presentazione della mozione sul ripristino dell'utilizzo gratuito di alcuni locali comunali - Consiglio Comunale del 29-11-2011

Non posso far altro che esprimere la mia soddisfazione relativamente al Consiglio Comunale di ieri: in un'atmosfera collaborativa e di condivisione di temi importanti per la cittadinanza, la mozione presentata da me e dagli altri Consiglieri Comunali di Sinistra, Ecologia e Libertà di Iglesias relativa alla modifica del regolamento sull'utilizzo dei locali comunali Sala Lepori, Centro Culturale e Sala Remo Branca è stata approvata all'unanimità dal Consiglio, dopo alcune doverose modifiche e precisazioni relative al dibattito tenutosi in aula in seguito alla sua presentazione. L'utilizzo gratuito delle sale in questione sarà garantito "nero su bianco" con una modifica al regolamento di cui si occuperanno la Commissione Cultura, di cui faccio parte anche io, e la Commissione Statuto.

Ecco l'audio del mio intervento di presentazione della mozione:


Ecco il contenuto, in formato testuale, del mio intervento di presentazione:

Viviamo in un paese, anzi in una società occidentale che negli ultimi decenni è andata tristemente promuovendo un modello di vita deculturata, che vive come fastidio e perdita di tempo un pensiero che rifletta su di sé e sulle cose. Oggi troppo spesso la cultura diventa evanescente, immateriale e vagamente definibile.
Ci troviamo al giorno d’oggi in un periodo di crisi globale che investe ambiti come quello politico ed economico, e troppo spesso, a vari livelli, è stata la cultura a diventare la vittima sacrificale, il settore più facilmente attaccabile, perchè “non dà da mangiare” e quindi rappresenta qualcosa a cui si può rinunciare senza eccessivi rimpianti.
Invece la cultura è sapere. La cultura è conoscenza. La cultura è matrice di sviluppo di ogni singolo aspetto della vita umana, la cultura è in grado di condizionarne la crescita, ed è capace di creare forme di aggregazione... E la cultura può e deve essere soggetto economico, deve e può essere motore di sviluppo e fautore a tutto tondo della crescita di ogni comunità.
Questo discorso vale soprattutto per città come la nostra: Iglesias è da sempre sinonimo e simbolo di cultura, una cultura che ha tante volte portato il nome della nostra città ben oltre la nostra regione e ben oltre il nostro paese.

Pertanto gli amministratori della città, e non parlo solo del Sindaco e della Giunta, ma di tutti noi Consiglieri che rappresentiamo ognuno la parte della città che ci ha dato fiducia, abbiamo l’importante compito di sostenere e di incentivare qualsiasi tipo di attività e di iniziativa che viene portata avanti da associazioni culturali, circoli e movimenti culturali che sono lo specchio dell’Iglesias che nonostante tutto vuole ancora investire nella cultura in tutte le sue diverse forme.

Qui ad Iglesias abbiamo associazioni che da anni e anni lavorano in città, coinvolgendo nelle loro attività tutte le fasce di età a partire dai bambini, fino agli adolescenti, ai giovani, agli adulti e agli anziani. Associazioni che sono no-profit, senza scopro di lucro e che risentono anch’esse del periodo di crisi in cui ci troviamo e che sentono ancora con maggiore esigenza la necessità di spazi pubblici per offrire il frutto del loro lavoro e della loro attività alla collettività intera.

Alla luce di tutto questo, lo spirito della delibera N.23 del Commissario Straordinario del 21/09/2010 sembra ancora di più aliena, distante dal contesto di cui parlato finora.
La delibera contiene il regolamento per l’utilizzo di alcuni locali Comunali, quali la Sala Lepori, un tempo aula magna del Liceo Scientifico, sita in via Isonzo, la sala Remo Branca all’interno del vecchio palazzo municipale e il Centro Culturale in via Grazia Deledda, con le sue due sale attualmente a disposizione, quella principale e quella piccola. Tali sale son particolarmente adatte per convegni, dibattiti, saggi e anche, in assenza di un teatro fruibile ai cittadini, per concerti e saggi di musica classica e non solo. Insomma, parliamo dei locali comunali, quindi di fatto patrimonio di tutti gli Iglesienti, che sono il luogo ideale per permettere a tutti i tipi di associazioni culturali di offrire il frutto del loro lavoro alla cittadinanza intera, alla collettività.
Premettendo che un regolamento per l’utilizzo delle sale era ed è indispensabile e penso che ciò non sia messo in discussione da nessuno all’interno di quest’aula consiliare, vorrei porre l’accento sul nòcciolo della questione.

La delibera N°23 disponeva che le suddette sale fossero utilizzabili tramite il pagamento di una quota di compartecipazione sulla base di tariffe che io non stento a definire assurde e inconcepibili: 100 euro al giorno per la sala Rita Lepori, 200 euro al giorno per la sala Remo Branca, 200 euro al giorno per la sala grande del Centro Culturale e 50 euro al giorno per la piccola stanza annessa al Centro Culturale.

Questa delibera aveva scatenato immediatamente, come penso molti di voi abbiano seguito nei giornali e non solo, la reazione e l’indignazione non solo degli esponenti delle associazioni cittadine, ma della cittadinanza intera.
Tant’è vero che il Commissario Governativo ha parzialmente “corretto il tiro” in un secondo momento con la Delibera Commissariale N°6 del 20 Gennaio 2011, in cui il regolamento contenuto nella precedente delibera viene modificato con una riduzione degli affitti, che tuttavia non riguarda tutte le sale in questione, dato che l’affitto della sala Remo Branca corrisponde sempre a 200 euro, e che tuttavia non risolve il problema nonostante gli affitti siano diminuiti a 50 euro per la Sala Lepori, 100 euro per il Centro Culturale (sala grande) e 25 euro per la saletta piccola dello stesso centro.

Le associazioni che producono cultura, che creano svariate forme di aggregazione, che di fatto sono l’unico modo in cui specie i giovani, privi di lavoro e di prospettive concrete per poterne avere uno, possano esprimersi, dare il meglio di se, formarsi e arricchirsi arricchendo così tutta la collettività, non possono permettersi dei costi simili, e di fatto la loro attività proprio nel momento più importante, quello che vede una sintesi del lavoro di tanti mesi, viene di fatto ostacolata da spese che non sono assolutamente sostenibili.
La “scappatoia” per evitare il pagamento dell’affitto è richiedere il patrocinio del Comune, tuttavia questo non può sempre avvenire, anche perchè la questione patrocinio esclude, ad esempio, sodalizi come quelli basati sull’autoaiuto, che per statuto non si appoggiano alle istituzioni: se lo facessero, peraltro, si creerebbe conflitto anche sulle “linee guida dell’autoaiuto”, già approvate dal Consiglio Comunale di Iglesias.
Inoltre vorrei anche sottolineare che dare appoggio alle associazioni cittadine è implicito nel nostro mandato, come recita il comma 3 dell’articolo 2 dello Statuto Comunale, secondo cui: “Il Comune riconosce nel volontariato e nell' associazionismo un' alta espressione di partecipazione e pluralismo che favorisce una più compiuta formazione dei cittadini e si impegna a garantirne e valorizzarne il ruolo nell' esercizio delle funzioni amministrative”.

La decisione di rendere fruibili le sale comunali in questione a pagamento è stata presa da un Commissario Straordinario, e non è stata quindi oggetto di discussione in un Consiglio Comunale eletto e votato dai cittadini Iglesienti quale il nostro. Pertanto noi qui oggi abbiamo la responsabilità di fronte alle associazioni e di fronte alla cittadinanza intera di esprimerci in merito e di venire incontro alle esigenze e alle istanze di una fetta importante della nostra città. Anche lei signor Sindaco nel suo programma ha parlato delle associazioni culturali e di volontariato che da anni operano in città, a cui deve essere garantito spazio e sostegno per le loro attività al servizio della cittadinanza.
Vorrei aggiungere anche un altro elemento utile per valutare la questione in discussione: in diversi altri comuni sardi con un numero di abitanti prossimo a quello di Iglesias, le sale comunali sono utilizzabili a titolo gratuito, come ad esempio avviene a Nuoro e a Carbonia.

Io nel mio intervento in merito alle linee programmatiche, signor Sindaco, ho parlato dei giovani che son stati costretti ad allontanarsi da Iglesias e dalla Sardegna per potersi garantire un futuro. Molti di questi giovani hanno una formazione professionale che trova riscontro e valorizzazione solamente lontano da qui e quindi parliamo di un bagaglio culturale che purtroppo non riusciamo a tenerci stretto, ce lo vediamo quasi sfuggire via dalle mani...e va a valorizzare altri luoghi, altre città e altri paesi del mondo. Questa emigrazione è dovuta troppo spesso alla mancanza di prospettive e di opportunità e una delle poche possibilità che abbiamo a disposizione per crearne di nuove, o almeno di buttare giù qualche idea che possa poi tramutarsi in opportunità concrete, è investire in cultura...e le associazioni rappresentano una risorsa inestimabile perche ciò possa avvenire e per questo vanno sostenute e incentivate. Per questo non si chiede al Comune, che si trova a fronteggiare dei tagli indiscriminati che arrivano a pioggia dal governo nazionale, di finanziare le associazioni – ancorché sia importantissimo trovare il modo per farlo, nei limiti del possibile - ma intanto di concedere l’utilizzo dei suoi locali gratuitamente, esattamente come ha fatto fino al termine del suo mandato la scorsa amministrazione, la sola, dopo tanti anni, che queste sale ha ristrutturato, rimodernato e reso fruibili alla cittadinanza, restituendo a Iglesias tre luoghi di aggregazione e discussione degni del ruolo che la città vuole continuare a ricoprire nel panorama culturale del territorio e della Sardegna.

Pertanto, il gruppo di Sinistra Ecologia e Libertà chiede che questo consiglio deliberi la modifica del regolamento delle sale comunali con l’annullamento dell’articolo 5 ripristinandone quindi l’utilizzo a titolo gratuito, trovando soluzioni alternative come ad esempio il deposito di una caparra che resta all’ente nel caso in cui il locale non venga restituito nelle medesime condizioni in cui era stato concesso. Perchè imporre il pagamento di un affitto per queste sale comunali crea un ostacolo per la libera circolazione delle idee, per l’associazionismo in ogni forma e non favorisce, ma ostacola, la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità stessa.

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